L’Avis Comunale di Cernusco sul Naviglio ha instaurato relazioni significative con l’Avis di Pratola Peligna, della provincia Aquilana, con la quale sta lavorando per un gemellaggio tra le due comunali e giungere ad un concreto scambio di esperienze che possano portare alla conoscenza non solo delle compagini avisine, ma anche delle cittadinanze cernuschese e pratolina, con l’obiettivo, tra gli altri, di generare scambi commerciali che contribuiscano al rilancio dell’economia della zona.
Pratola Peligna, piccolo ma attivo centro di agricoltori, artigiani, commercianti ed impiegati, è ubicata al centro dell’omonima valle ed è ricca di corsi d’acqua che attraversano gran parte del suo territorio rendendolo molto fertile.
Il paese si trova a circa 60 km dall’Aquila, il centro amministrativo della regione e ci si puó arrivare sia in macchina, con l’autostrada A25 e Ie S.S. n. 17 e n. 5, sia in treno: è servita, infatti, da due stazioni ferroviarie, una sulla tratta Pescara-Roma e l’altra sulla Sulmona – L’Aquila. I comuni viciniori sono Raiano e Corfinio a nord, Roccacasale ad est, Sulmona a sud e Prezza ad ovest. La nascita di Pratola e la sua storia più antica sono spesso trascurate e sono per i più sconosciute o offuscate dall’importanza storica dei paesi limitrofi.
In realtà, nell’area occupata dal paese odierno e nelle immediate vicinanze sono state portate alla luce importanti testimonianze archeologiche che contribuiscono a meglio definire la storia più antica di Pratola. Negli anni 60 furono rinvenuti, casualmente, i resti di un Elephas antiquus che testimoniano le prime forme di vita della zona, quando ancora non era comparso l’uomo.
Altri ritrovamenti sono le tombe preromane, sia nelle zone periferiche che sotto l’ odierno tessuto urbano. Sempre di epoca preromana e repubblicana (IV-I secolo a.c.) sono alcuni frammenti di epigrafe, purtroppo scomparsi, scritte nell’antica lingua peligna. Tali documenti sono importanti perchè riportano le decisioni delle magistrature dell’antico villaggio. Dobbiamo poi arrivare al periodo alto-medievale (V-VII secolo d. C.) per trovare un’importante testimonianza d’insediamento barbarico nelle vicinanze del paese, dove alla fine dell’800, fu rinvenuto un corredo ostrogoto purtroppo andato perso.
I primi insediamenti umani della Valle Peligna sono attribuibili a popolazioni Osco-Sabelliche (antiche genti provenienti dalla Campania e dall’Umbria), alle quali sembra sia dovuto il nome “Pelina” attribuito alla zona, in quanto ritenuta di origine lacustre. Le prime testimonianze certe riguardanti questa popolazione risalgono al periodo delle guerre Sannitiche, durante le quali, nel 322 a.c., i Peligni furono rovinosamente sconfitticombattendo contro i Romani a fianco dei Sanniti ed i Marsi. L’onomastica e la toponomastica nei documenti medievali rivelano la presenza di un nucleo longobardo. Il primo documento in cui viene citato il toponimo ”in loco Pratulae”
è un livello (contratto agrario) del 997 riportato nel Chronicon Volturnensis, prima attestazione storica del nome che, pur non riferendosi ad un centro abitato, attesta l’esistenza di quello che diverr´ poi il paese. Da un ”privilegium” dell’archivio Capitolare di San Panfilo a Sulmona, sappiamo che il ”castrum Pratulae” fu assegnato nel 1170 dal normanno Guglielmo II al vescovo Odorisio. Nel 1294 il feudo, posseduto da Restaino cantelmo, viene assegnato da Carlo II d’Angie, all’abate del convento del monastero di Santo Spirito del Morrone
Nella seconda metá del 1400, Pratola si costituì come libera universitá. Nel 1462, Pratola venne assediata dal duca Giovanni d’Angió. Durante il XVI secolo ci fu una terribile peste, ed è in questo periodo che viene costruita la prima chiesa dedicata alla Madonna della Libera. Nel 1799 i Pratolani si rivoltarono contro gli invasori francesi riuscendo ad affrancarsi dal loro dominio. Nel 1848, il malcontento contro il goveno Borbonico di Ferdinando II scatena altri moti. In seguito Pratola passó sotto la dominazione spagnola e nel paese comincio a serpeggiare il malcontento, tra i liberali prima e poi in quella parte della popolazione che diventava sempre più povera, il che porto ad agitazioni popolari e sommosse, seguite sempre da repressioni violente e spietate.
Il malcontento non si placó nemmeno con la promulgazione della Costituzione di Francesco II il 29 Gennaio 1848. Pochi decenni più tardi un gruppo di Pratolani, al comando del capitano Onia Ortensi, si aggregó alle brigate garibaldine partecipando attivamente alle battaglie di Garibaldi che si conclusero con l’unitá d’Italia. La storia del’900 è piuttosto travagliata a causa delle numerose vittime della Grande Guerra, l’inizio di una massiccia emigrazione e l’instaurarsi della dittatura fascista a cui una parte del paese reagì entrando in clandestinitá e dando un valida contributo all’organizzazione di gruppi antifascisti. Dalla fine della seconda guerra mondiale la vita del paese è proseguita pacificamente senza nuovi traumi, il che ha create le condizioni favorevoli per il suo sviluppo culturale ed economico.
II settore enogastronomico è molto ricco di prodotti le cui origini possono essere rintracciate nelle opere di Plinio il Vecchio. Il vino, ad esempio, veniva prodotto giá ai tempi dell’arrivo in Italia di Enea, e molte sono oggi le aziende vinicole note per la produzione di vini pregiati quali il Trebbiano, il Cerasuolo e l’ancor più rinomato Montepulciano. Tipico è il mostocotto di uve Montepulciano d’Abruzzo da usare per con dire formaggi, ricotta e per decorare frutta e dessert. Dal 1867 la famiglia Masciarelli è famosa per il pastificio dove, attraverso la trafila in bronzo, vengono prodotti 17 formati di pasta.
Tra i piatti molto apprezzati appartenenti alla tradizione contadina va certamente annoverata la “miniera ndruccata”, mentre ricordano i “ceci ripieni”, gli “scarponi” e le “ferratelle”, nè vanno dimenticati i dolci tradizionalmente legati a festivitá religiose, tra i quali “la palomba ed il cavallo”, tipici delle feste pasquali: deliziose pizze dolci a forma di colomba e di cavallo inglobanti un uovo
sodo con tutto il guscio come simbolo di felicitá. La Banca di Credito Cooperativo, sorta nel 1919 grazie alla cooperazione di artigiani e contadini.
–Il gemellaggio
–Un nuovo asilo per i bambini di Pratola Peligna